venerdì 31 maggio 2013

Oggi Benhadj al Cinema Trevi

Vi ricordo un nuovo appuntamento per voi tutte e tutti al Cinema Trevi - Cineteca Nazionale con Cinemafrica in Cineteca: di scena, oggi, venerdì 31 maggio, dalle 17 in avanti c'è il regista Rachid Benhadj, algerino di nascita, romano d'adozione e cittadino italiano, col suo cinema di storie che attraversano personale e collettivo, trascinando le vite di giovani donne ed uomini in lotta per il riscatto contro ogni forma di oppressione, sociale, culturale e del pensiero. 

"Negli occhi di Rachid Benhadj", questo il titolo scelto dalla curatrice Maria Coletti per il programma di oggi, si apre con il film più ricco e internazionale di Benhadj, Mirka, interpretato da un cast stellare (Gérard Depardieu, Vanessa Redgrave, Barbora Bobulova, Sergio Rubini, oltre al protagonista Karim Benhadj, figlio del regista), e ispirato alla tragedia degli stupri etnici durante la guerra nell'ex-Jugoslavia.
Da non perdere l'incontro col regista, previsto al termine de Il pane nudo, intorno alle 20.30. L'appuntamento è al Cinema Trevi - Cineteca Nazionale, in vicolo del Puttarello 25.

PROGRAMMA


ore 17.00  Mirka di Rachid Benhadj (1999, 115’)
Mirka compare d'improvviso nella vita di Kalsan ed Elena e la sconvolge. È solo un bambino di dieci anni in cerca della sua mamma, ma porta con sé un segreto in grado di far riemergere gli incubi dell'adolescenza di Elena. Siamo in un villaggio montano dove la violenza serpeggia in ogni azione e in ogni parola, ricordo di una sanguinosa guerra etnica che anni prima aveva sconvolto il paese. Durante un'eclisse di sole, vissuta come un presagio di sventura, il passato che sembrava sepolto riappare con tutto il suo carico di sofferenza e di odio. Il film si interroga sulla possibilità che si possa stabilire un rapporto tra un bambino e sua madre quando il bambino è frutto di uno stupro, usato come arma di guerra per assicurare il predominio della “razza più forte”.

ore 19.00  Il pane nudo di Rachid Benhadj (2005, 90’) – ingresso libero
Mohamed è un bambino come tanti altri, ma la sua famiglia è povera, il padre alcolizzato e violento, la madre costretta a lavorare per mantenere tutta la famiglia. Gli anni Cinquanta in Marocco sono difficili, non c'è spazio per l'infanzia, il gioco e la spensieratezza di cui dovrebbero godere tutti i bambini del mondo. Mohamed cresce in fretta, lascia la famiglia, inizia a vagare tra i vicoli e le strade, di notte, alla ricerca di cibo, di un riparo, di una serenità che riesce a trovare solo in una squallida sessualità malata, frequentando i bassifondi e i luoghi più malfamati della città di Tangeri, come molti altri bambini della sua età. Nel frattempo il Marocco si sta svegliando dal lungo sonno coloniale e grandi manifestazioni di protesta cominciano a scuotere il paese. Ormai ventenne, partecipa alle sommosse politiche, e a causa di una retata, si ritrova in prigione. Compagno di cella, un detenuto politico intento a scrivere sul muro una poesia. Da quel momento sente il bisogno di imparare a leggere scrivere: è l'inizio di una nuova vita.

A seguire:
Incontro con il regista Rachid Benhadj

ore 21.30 L’albero dei destini sospesi di Rachid Benhadj (1997, 108’) – ingresso libero
Samir è un giovane marocchino che vive in Italia in una comunità di immigrati. È un ragazzo molto in gamba e intelligente, ma la vita che conduce gli va un po' troppo stretta. Un giorno gli capita l'occasione di tornare in Marocco per portare al suo villaggio natìo i soldi e i regali che i suoi compagni sono riusciti a mettere da parte per le proprie famiglie. Samir conosce una ragazza italiana, Maria, molto bella ma piena di problemi. I due diventano amici e alla fine Maria, anche per dimenticare tutte le preoccupazioni che la assillano, si lascia convincere ad accompagnare Samir in Marocco.

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